COMMENTO DALLA FACULTY
Lo stato di immunodepressione indotto dal mieloma e dalle sue terapie, sia per ciò che concerne l’immunoparesi caratteristica del mieloma e la conseguente ridotta risposta anticorpale, sia per l’alterazione della risposta T-mediata, è causa dell’elevato rischio infettivo cui i pazienti affetti da mieloma multiplo (MM) sono esposti. I dati attualmente disponibili sull’andamento clinico dell’infezione da Sars-Cov-2 in pazienti affetti da MM dimostrano come essi abbiano un maggior rischio, rispetto alla popolazione generale, di ospedalizzazione e di sviluppare infezioni severe con un tasso di letalità più elevato rispetto a pazienti non affetti da disordini plasmacellulari.
E’ noto inoltre che nei pazienti affetti da MM l’efficacia di determinati vaccini, ad esempio quelli contro influenza e pneumococco, abbiano una ridotta efficacia nell’indurre una risposta immunitaria, in particolare una risposta anticorpale adeguata e comparabile a quella osservata in pazienti sani. Studi clinici atti a testare strategie vaccinali alternative hanno inoltre dimostrato come l’utilizzo di vaccini contro il virus dell’influenza a maggior immunogenicità, o l’utilizzo di booster, possano aumentare significativamente la risposta immunitaria anche in pazienti con MM.
La capacità di generare una risposta immunitaria adeguata al vaccino contro il virus Sars-Cov-2 anche per i pazienti con MM appare quanto mai fondamentale nell’attuale scenario epidemiologico e terapeutico in cui il vaccino è l’unica strategia che abbia dimostrato ad oggi di abbattere il rischio di infezioni, di infezioni gravi e di morte dovuta all’infezione Covid-19.
Il vaccino a mRNA BNT162b2, somministrato in due dosi a distanza di 21 giorni l’una dall’altra, è uno dei vaccini contro il virus Sars-Cov-2 attualmente approvati; nello studio che ha condotto alla sua approvazione ha dimostrato un’efficacia in termini di protezione nei confronti dell’infezione Covid-19 del 95%. In tale studio tuttavia erano esclusi pazienti immunocompromessi o in terapia immunosoppresiva. In questo contesto quindi l’efficacia dei vaccini contro il virus Sars-Cov-2 in pazienti affetti da discrasie plasmacellulari, in corso o meno di terapia non è noto.
Terpos et al. hanno pubblicato i risultati di uno studio atto a studiare l’efficacia preliminare del vaccino a mRNA BNT162b2, valutata in termini di produzione di anticorpi neutralizzanti contro il virus Sars-Cov-2 a 22 giorni dopo la 1° somministrazione, in 48 pazienti “anziani” affetti da MM e confrontata con quella osservata in un gruppo di controllo (104 pazienti).
Nella coorte dei pazienti affetti da MM, il 19% di essi aveva una diagnosi di mieloma smouldering e il restante 81% di mieloma sintomatico (MM); il 73% dei pazienti con MM stava inoltre ricevendo chemioterapia.
I dati raccolti mostrano come al giorno 22 dalla prima dose (ossia nel giorno della somministrazione della 2° dose) il tasso di pazienti che hanno prodotto un titolo di anticorpi neutralizzanti contro il virus maggiore o uguale al 30% è risultato inferiore nel gruppo dei pazienti affetti da MM rispetto al gruppo di controllo (25% vs 55%); analogamente si è osservato un tasso di pazienti con titolo anticorpale neutralizzante maggiore o uguale al 50%, cui corrisponde l’inibizione virale, significativamente inferiore nel gruppo di pazienti con mieloma rispetto al gruppo di controllo (8% vs 20%). E’ interessante notare come tutti i pazienti che hanno sviluppato un titolo anticorpale 50% fossero tutti pazienti “off-therapy”, e che in nessuno di essi fosse presente ipogammaglobulinemia. D’altra parte, dei 9 pazienti affetti da MM smouldering, solo uno (anche in questo caso in assenza di immunoparesi) ha sviluppato un tasso di anticorpi neutralizzanti 30%, mentre l’immunoparesi era evidente in tutti e 8 gli altri pazienti con MM smouldering.
Questi dati preliminari dimostrano come la risposta anticorpale dei pazienti con MM al vaccino BNT162b2 anti virus Sars-Cov-2 sia inferiore a quella di pazienti privi di tale patologia, come peraltro già evidenziato con vaccini diretti contro altri patogeni, e, in attesa dei dati sull’efficacia del booster somministrato come da scheda tecnica al giorno 22, suggeriscono la possibile necessità di strategie vaccinali alternative in questa popolazione. Infine, la correlazione tra risposta anticorpale e immunoparesi può rappresentare un utile fattore predittivo di risposta al vaccino ed essere utilizzato nella produzione di raccomandazioni per la vaccinazione in pazienti con MM.